L’
accessibilità web non è più un optional né una semplice buona pratica: oggi rappresenta un requisito normativo per molte aziende, in particolare per gli
e-commerce e chi opera nel
commercio elettronico.
Con l’introduzione della
Direttiva Europea sull’accessibilità dei prodotti e servizi digitali (European Accessibility Act), i
siti e-commerce devono affrontare una trasformazione necessaria per garantire che tutti, inclusi utenti con disabilità visive, motorie, uditive o cognitive, possano navigare e acquistare online in modo autonomo ed efficace. Ma non si tratta solo di una questione legale: per gli e-commerce, diventare accessibili può tradursi anche in un’opportunità di migliorarsi, con impatti diretti sulle
vendite, sulla visibilità e sull’esperienza di navigazione dell’utente.
A chi si applica la normativa?
Il nuovo quadro legislativo coinvolge tutte le imprese che offrono prodotti e servizi digitali, con
un’attenzione particolare agli operatori e-commerce. Sono tenute all’adeguamento:
- Le aziende con più di 10 dipendenti oppure un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro;
- Le realtà attive nel commercio elettronico, nei servizi bancari online, nei trasporti, nell’editoria digitale, nelle telecomunicazioni e nei sistemi self-service (come POS e sportelli automatici).
Le
microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato sotto i 2 milioni) sono escluse dall’obbligo, ma possono comunque adottare volontariamente le linee guida per l’accessibilità, ottenendo così
vantaggi competitivi e migliorando la propria immagine aziendale.Tutte le realtà con più di 10 dipendenti o un fatturato annuo maggiore ai 2 milioni di euro che hanno un e-commerce rientrano quindi nella normativa e dovranno quindi adeguarsi alle nuove linee guida per l’accessibilità.
Ma cosa significa rendere il proprio e-commerce “accessibile”?
Come rendere un e-commerce accessibile?
Un sito accessibile è progettato per essere navigabile da chiunque, anche da chi utilizza tecnologie assistive come lettori vocali, tastiere speciali o comandi vocali. Per un e-commerce, questo si traduce in:
- Interfacce intuitive, facili da usare anche senza mouse.
- Contrasti visivi adeguati e testi ben leggibili su ogni dispositivo.
- Etichette e descrizioni testuali per immagini di prodotto e pulsanti.
- Navigazione coerente, logica e intuitiva, fondamentale nel processo di acquisto.
- Form di checkout accessibili e privi di ostacoli per l’utente.
- Assenza di contenuti lampeggianti o elementi visivi che possono disturbare.
In sostanza, si tratta di progettare l’intera esperienza di acquisto in modo
inclusivo e funzionale per tutti.
Perché adeguare l’e-commerce offre vantaggi anche per il business?
Per le realtà che rientrano tra quelle identificate dalla normativa, l’European Accessibility Act impone veri e propri obblighi per adeguare il proprio sito o e-commerce. Tuttavia, rendere accessibile il proprio e-commerce non dovrebbe essere visto soltanto come un obbligo da rispettare, ma può essere considerato una vera e propria
opportunità per l’azienda e una
strategia di crescita intelligente.
Progettare un e-commerce accessibile per tutti porta infatti numerosi vantaggi concreti, tra cui:
- Più utenti, più vendite: un sito accessibile raggiunge una platea più ampia, compresa quella fetta di utenti che oggi trova barriere nell’esperienza di acquisto.
- Brand più forte e credibile: l’attenzione all’inclusività rafforza la reputazione del brand e genera fiducia.
- Esperienza utente migliorata: l’usabilità pensata per l’accessibilità rende il sito più chiaro, ordinato e veloce per tutti gli utenti.
- Aumento delle conversioni: un funnel accessibile riduce gli abbandoni del carrello e porta a più vendite finalizzate.
- Vantaggio SEO: molti requisiti di accessibilità coincidono con le buone pratiche per il posizionamento nei motori di ricerca (come la corretta struttura semantica o l’uso di alternative testuali).
- Responsabilità sociale d’impresa: contribuire a un web inclusivo è un segnale concreto di etica e innovazione.

Scadenze, obblighi e sanzioni
Il termine da segnare in agenda è il 28 giugno 2025: entro questa data, i siti e-commerce soggetti alla normativa
dovranno essere completamente accessibili, in conformità al Decreto Legislativo 82/2022 che recepisce la Direttiva 2019/882.
Le conseguenze per chi non si adegua includono:
1.
Sanzioni amministrative, con entità variabile in base alla violazione;
2.
Segnalazioni da parte degli utenti, con possibili interventi ispettivi;
3.
Danni reputazionali, sempre più gravi in un contesto orientato all’inclusione digitale.
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